di Tommaso Ferrari -
05 dicembre 2018
Ssangyong parteciperà alla Dakar con la Rexton
Carrozzeria irriconoscibile, sospensioni e gomme cattivissime e tante buone speranze per il 2019
Signore e signori, ecco a voi il primo modello attraente mai prodotto dalla Ssangyong. Ok, così esageriamo, ma per quanto buoni, il Tivoli e il nuovo Musso hanno fatto comunque fatica a farci dimenticare, ehm… per dirne una a caso, la Rodius. Ora però c’è lui, il nuovo Rexton preparato per la Dakar 2019. Probabilmente il nome Rexton è l’unica cosa in comune col modello originale, ma il risultato è – come spesso capita quando devi far sopravvivere un’auto a una delle gare più dure del mondo – davvero brutale. La casa coreana ha preparato il Suv perché competesse nella categoria T 1-3 (veicoli a benzina a trazione posteriore) e quindi monta un grosso V8 da 458 cavalli a benzina e un cambio sequenziale a sei marce, freni AP e il telaio è realizzato in cromo-molibdeno, un tipo di acciaio particolarmente resistente agli urti e impatti; comodo quando non sai cosa ci sarà dietro la prossima duna.
La velocità massima è di circa 195 km/h e lo scatto da 0 a 100 avviene in 4,4 secondi; se i dati non impressionano ricordate che possono essere raggiunti senza problemi anche sulla sabbia del deserto… . Quest’anno la Dakar si svolgerà in un solo stato, il Perù, e come immaginabile sarà devastante: oltre 5.000 chilometri principalmente in fuoristrada, più altri 3.000 di prove speciali, che saranno percorsi con la Rexton dai piloti Oscar Fuertes e Diego Vallejo. Lo scorso anno la Ssangyong si era classificata seconda fra i ‘novellini’ e trentaduesima assoluta, risultato incoraggiante per il futuro calcolando che più di metà degli equipaggi era stata costretta al ritiro.
© RIPRODUZIONE RISERVATA